23 Mag COME RECUPERARE UN CREDITO
Per poter iniziare un recupero crediti fra privati è necessario avere un titolo esecutivo.
La legge prevede titoli esecutivi giudiziali, ad es. una sentenza, un decreto ingiuntivo, ecc. e titoli esecutivi stragiudiziali, ad es. un assegno oppure un altro titolo di credito.
Il titolo esecutivo più comune e idoneo per esigenze pratiche ad ottenere il pagamento di una fattura non pagata è il decreto ingiuntivo.
Per poter procedere proficuamente ad un recupero crediti sono necessari i seguenti passaggi:
– inviare un atto di diffida e di costituzione in mora, ovvero una raccomandata a.r. indirizzata al debitore con la quale si chiede il pagamento del debito entro un determinato termine;
– proporre ricorso ex art. 633 c.p.c. al giudice per ottenere un decreto ingiuntivo, previa produzione di quei documenti necessari a provare l’esistenza del credito (es. fatture). Giova ricordare che talvolta, si può ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo nella fase monitoria, come ad esempio può avvenire per il mancato pagamento degli oneri condominiali;
– notifica del decreto ingiuntivo al debitore, per cui si dovranno attendere i 40 giorni previsti per legge affinché il debitore possa eventualmente opporsi, in tal caso, si aprirà un vero e proprio processo civile.
Per questa ipotesi, l’applicazione della mediazione civile obbligatoria per tale procedura, ha fatto sorgere non pochi problemi, in primo luogo, su quale sia la parte processuale legittimata a proporre la mediazione, ed in secondo luogo, sul dubbio che tale attività conciliativa possa essere utilizzata dalla parte recalcitrante come un ulteriore strumento dilatorio, senza portare concretamente ad un accordo delle parti;
– trascorso il predetto termine di 40 giorni, se non viene proposta opposizione, si deve formare il c.d. atto di precetto con cui si intima il pagamento del debito, entro un termine di 10 gg. decorrente dalla notifica del medesimo atto;
– nel caso ancora, di mancato pagamento da parte del debitore, ossia di riscontro negativo al precetto, attraverso il pignoramento al tribunale territorialmente competente, si potranno aggredire eventuali beni mobili, beni immobili, veicoli o conti correnti di proprietà del debitore.
In tal caso, per facilitare la ricerca dei beni da pignorare appartenenti al debitore, una recente normativa ha previsto che, il creditore con una istanza al presidente del tribunale, attraverso l’ufficiale giudiziario, possa accedere con modalità telematiche all’anagrafe tributaria, al pubblico registro automobilistico, all’archivio dei rapporti finanziari intrattenuti dal debitore, ecc.
In caso contrario, qualora il debitore fosse un nullatenente, il creditore purtroppo avrà poche possibilità di farsi pagare.
A tal proposito, bisogna precisare che, la legge prevede diversi tipi di pignoramento:
- Il pignoramento immobiliare (immobili),
- Il pignoramento mobiliare (cose mobili, gioielli, arredamenti, oggetti,somme in denaro, veicoli,ecc.),
- Il pignoramento presso terzi, maggiormente utilizzato, ovvero un credito che il debitore ha con terzi (es. un conto in banca, il credito del lavoratore con il proprio datore di lavoro, il credito del pensionato con l’INPS, il credito del locatore con l’inquilino,ecc.).
E’ opportuno valutare caso per caso quale procedura esecutiva conviene attivare, in base ai costi ed alla durata della stessa.
Solo con una consulenza legale accurata può permettere di capire quale strada sia meglio percorrere per raggiungere l’obiettivo del recupero crediti.
Si consideri, infatti, che ognuna delle procedure appena descritte può avere tempi variabili, spesso causati dalla scarsa efficienza organizzativa dei diversi tribunali, nonchè dall’eccessivo carico di lavoro di quest’ultimi.
Un’amara riflessione va fatta anche per in merito ai tempi per ottenere il recupero crediti previo rilascio di un decreto ingiuntivo.
Nonostante si tratti di una fase sommaria del giudizio civile, purtroppo anche qui potrebbero essere necessari tempi troppo lunghi per la concessione di una ingiunzione di pagamento (ancora più lunghi nel caso di opposizione del debitore).
Ne consegue che, di frequente, il rischio di insolvenza può coinvolgere anche il creditore, specie se “imprenditore”, con conseguente ulteriore difficoltà a recuperare materialmente il credito.
Alla luce di quanto appena detto, in conclusione, paradossalmente potrebbe convenire in certi casi, per riuscire più agevolmente nel recupero crediti, optare per una diversa soluzione, ovvero attraverso una causa ordinaria.
Avv. Fedele Ercolano
Studio Legale
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